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VEGLIA NELLA NOTTE

DELLA PASSIONE DEL SIGNORE

 

            Venite a Lui, voi che piangete tanto; sanno quegli occhi suoi cosa è il pianto.

            Venite a Lui , voi che tanto soffrite; sa quel suo Cuore tutte le ferite.

            Venite  a Lui, voi che passate in fretta. Egli mai s’allontana e sempre aspetta.   (V. Hugo)

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CANTO: la mia preghiera elevo a Te

La mia preghiera elevo a te che sei l'immenso amore sei il Dio dell'impossibile
se questa bocca griderà se questo cuore invocherà io so che ascolterai

Dio la mia voce sale al cielo, Dio ti prego agisci Tu, mio Dio l'uomo che confida in te non è deluso se tutto sembra perso innalzo gli occhi al cielo, Dio so nulla posso io, Dio ogni cosa affido a te, mio Dio spero nella tua bontà, Tu fai prodigi, Tu fai miracoli, agisci Tu
La mia speranza è solo in te perché fedele Dio tu sei so che non mi abbandonerai
se questa bocca griderà, se questo cuore invocherà io so che ascolterai

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Invocazione allo Spirito Santo

 

Vieni o Spirito Creatore, visita le nostre menti, riempi della tua Grazia i cuori che hai creato.

O dolce consolatore, dono del Padre altissimo, acqua viva, fuoco, amore, santo crisma dell’anima.

Dito della mano di Dio, promesso Salvatore, irradia i tuoi sette doni, suscita in noi la parola.

Sii luce all’intelletto, fiamma ardente nel cuore, sana le nostre ferite col balsamo del tuo amore.

Difendici dal nemico, reca in dono la pace, la tua guida invincibile ci preservi dal male.

Luce d’eterna sapienza svelaci il grande mistero di Dio Padre e del Figlio uniti in un solo amore. Amen

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Invocazione a Maria

 

O santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela a risorgere.
Tu che accogliendo il saluto dell'angelo, nello stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore,
Madre sempre vergine, pietà di noi peccatori.

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Salmo 133 (134)

Questo salmo presenta un dialogo liturgico tra i pellegrini e i ministri del tempio poco prima della chiusura delle porte. I pellegrini, presenti a una celebrazione notturna nel tempio, invitano i leviti, che hanno la grazia di restare nella “casa del Signore” di notte, alla preghiera; invito che è anche una consegna a lodare Dio per loro durante la notte. Alla gradita esortazione dei pellegrini, che stabilisce una comunione dei cuori, corrisponde una benedizione da parte di un officiante: “Il Signore ti benedica da Sion: egli ha fatto cielo e terra”.

 

Ecco, benedite il Signore, voi tutti, servi del Signore;
voi che state nella casa del Signore durante le notti.

Alzate le mani verso il tempio e benedite il Signore.
Da Sion ti benedica il Signore che ha fatto cielo e terra.

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PRIMO MOMENTO: L’ultima cena

“Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici”

 

CANONE: Ubi caritas et amor, ubi caritas Deus ibi est.

 

Lettura (dagli scritti di MARIA VALTORTA)

Gesù entra nel cenacolo, ora tutto preparato. Il tavolo è ricoperto di tovaglia e stoviglie. Sulla credenza sono posti i pani azzimi e le vivande. Ossia l’agnello arrostito, posto su un grande vassoio, e delle specie di insalatiere con delle erbe amare. Gli apostoli dànno gli ultimi tocchi ai preparativi. Portano delle anfore sulla tavola e una grande coppa la mettono davanti a Gesù insieme a dei pani che mettono qua e là. Gesù va al suo posto. Al centro della tavola, avente alla sua destra Giovanni, alla sinistra Giacomo. Dopo Giovanni viene Pietro. Ciascuno prende il suo posto su indicazione del Maestro. Gesù rialza il capo e fissa Giuda Iscariota, al quale dice: «Tu mi starai di fronte». «Tanto mi ami? Più di Simone, che mi vuoi avere sempre di fronte?». «Tanto. Lo hai detto». «Perché, Maestro?».  «Perché tu sei quello che hai fatto più di tutti per quest'ora».

(…) Prima di iniziare la Cena intonano una preghiera, che si potrebbe dire cantata perché è detta su un motivo corale. Poi Gesù prende il pane e, tenendolo sulle palme delle mani, lo offre al cielo. Versa il vino nella coppa e prende a due mani questo largo calice e lo alza, offrendolo come il pane. Poi taglia l’agnello e lo distribuisce. 

(…) Finora vi ho dato cibo. Servizio per il corpo. Ora vi voglio dare un cibo per lo spirito. Non è un piatto del rito antico. È del nuovo rito. Io mi sono voluto battezzare prima di essere il "Maestro". Per spargere la Parola bastava quel battesimo. Ora verrà sparso il Sangue. Ci vuole un altro lavacro anche su voi, che pure vi siete purificati dal Battista, a suo tempo, e anche oggi nel Tempio. Ma non basta ancora. Venite, che Io vi purifichi. Sospendete il pasto. Vi è qualcosa di più alto e necessario del cibo dato al ventre perché si empia, anche se è cibo santo come questo del rito pasquale. Ed è uno spirito puro, pronto a ricevere il dono del Cielo, che già scende per farsi trono in voi e darvi la Vita. Dare la Vita a chi è mondo». Gesù si alza in piedi, fa alzare Giovanni per uscire meglio dal suo posto, va ad una cassapanca e si leva la veste rossa deponendola piegata sul già piegato mantello, si cinge alla vita un ampio asciugamani, poi va ad un altro bacile, ancora vuoto e mondo. Vi versa dell'acqua, lo porta in mezzo alla stanza, presso la tavola, e lo mette su uno sgabello. Gli apostoli lo guardano stupefatti. «Non mi chiedete che faccio?». «Non sappiamo. Ti dico che siamo già purificati», risponde Pietro. «Ed Io ti ripeto che non importa. La mia purificazione servirà a chi è già puro ad essere più puro». Si inginocchia. Slaccia i sandali all'Iscariota ed uno per volta gli lava i piedi. È facile farlo, perché i sedili sono fatti in modo che i piedi sono verso l'esterno. Giuda è sbalordito e non dice niente. Solo quando Gesù, prima di calzare il piede sinistro e alzarsi, fa l'atto di baciargli il piede destro già calzato, Giuda ritrae violentemente il piede e colpisce con la suola la bocca divina. Lo fa senza volere. Non è un colpo forte. Ma mi dà tanto dolore. Gesù sorride, e all'apostolo che gli chiede: «Ti ho fatto male? Non volevo... Perdona», dice: «No, amico. L'hai fatto senza malizia e non fa male». Giuda lo guarda... Uno sguardo turbato, sfuggente...

(…) Gesù torna a versare vino nel calice, prende un pane. Benedice e offre questo e quello e spezza il pane in tredici parti, ne dà una per una agli apostoli, fa circolare il calice e dice: "Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo. Fate questo in memoria di Me che me ne vado. Prendete e dividetelo fra voi: questo è il mio Sangue, questo è il calice del nuovo patto nel Sangue e per il Sangue mio che sarà sparso per voi, per la remissione dei vostri peccati e per darvi la Vita. Fate anche questo in memoria di Me". La tristezza di Gesù è tanto palese che gli apostoli divengono tristi e silenziosi. Gesù si alza facendo cenno a tutti di stare ai loro posti. Prende il calice e il 13° pezzetto di pane rimasto sul tavolo ed esce dal cenacolo. Porta alla Madre l’Eucarestia. La comunica con le sue mani. Quando Egli entra, Maria è sola, in ginocchio, che prega. Il viso di Maria raggia nell’estasi eucaristica. Poi Gesù torna agli apostoli.

Dice Gesù:

La Legge diceva che si doveva per Pasqua consumare l'agnello secondo il rituale dato dall'Altissimo a Mosè, ed Io, Figlio vero del Dio vero, non mi sono riputato, per la mia qualità divina, esente dalla Legge. Ero sulla Terra: Uomo fra gli uomini e Maestro degli uomini. Dovevo perciò fare il mio dovere di uomo verso Dio come e meglio degli altri. I favori divini non esimono dall'ubbidienza e dallo sforzo verso una sempre maggiore santità.

(…) Io ero Dio fatto Carne. Una Carne che, per essere senza macchia, possedeva la forza spirituale per signoreggiare la carne. Eppure, non ricuso, anzi invoco l'aiuto della Piena di Grazia, la quale anche in quell'ora di espiazione avrebbe trovato, è vero, sul suo capo il Cielo chiuso, ma non tanto che non riuscisse a strapparne un angelo, Lei, Regina degli angeli, per il conforto del suo Figlio. Oh! non per Lei, povera Mamma! Anche Lei ha assaporato l'amaro dell'abbandono del Padre, ma per questo suo dolore offerto alla Redenzione m'ha ottenuto di potere superare l'angoscia dell'orto degli Ulivi e di portare a termine la Passione in tutta la sua multiforme asprezza, di cui ognuna era volta a lavare una forma e un mezzo di peccato.

(…) I vostri medici hanno discusso e discutono sulla mia rapida fine e le dànno origine in una lesione cardiaca dovuta alle percosse della flagellazione. Sì, anche per queste il mio cuore divenne malato. Ma lo era già dalla Cena. Spezzato, spezzato nello sforzo di dover subire al mio fianco il mio Traditore. Ho cominciato a morire allora, fisicamente. Il resto non è stato che aumento della già esistente agonia.

(…) Il Sacramento opera quanto più uno è degno di riceverlo. (…)

Perché, quando uno ama, tende a far lieto chi ama. Giovanni, che mi amava come nessuno e che era puro, ebbe dal Sacramento il massimo della trasformazione. Cominciò da quel momento ad essere l'aquila, a cui è familiare e facile l'altezza nel Cielo di Dio e l'affissare il Sole eterno.

 

CANTO: Servire è regnare

Guardiamo a te che sei Maestro e Signore chinato a terra stai ci mostri che l'amore è cingersi il grembiule sapersi inginocchiare ci insegni che amare è servire. Fa che impariamo Signore da te che è più grande chi più sa servire

chi si abbassa e chi si sa piegare perché grande è soltanto l'amore. È ti vediamo poi Maestro e Signore che lavi i piedi a noi che siamo tue creature e cinto del grembiule che è manto tuo regale ci insegni che servire è regnare.

Fa che impariamo…

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Vespri del Giovedì sera 

(clicca su "vespri" per vedere il testo)

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CANTO: pane di vita

Pane di vita sei spezzato per tutti noi chi ne mangia per sempre in Te vivrà. Veniamo al Tuo santo altar, mensa del Tuo amor, come pane vieni in mezzo a noi. Il Tuo corpo ci sazierà, il Tuo sangue ci salverà, perché Signor, Tu sei morto per amore e ti offri oggi per noi (2v) Fonte di vita sei, immensa carità, il Tuo sangue ci dona l’eternità.
Veniamo al Tuo santo altar, mensa del Tuo amor, come vino vieni in mezzo a noi.

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Litanie dell’Eucarestia

Signore, pietà        Signore, pietà

Cristo, pietà        Cristo, pietà

Signore, pietà        Signore, pietà

Cristo, ascoltaci      Cristo, ascoltaci

Cristo, esaudiscici      Cristo, esaudiscici

Padre celeste, che sei Dio    abbi pietà di noi

Figlio redentore dei mondo, che sei Dio  abbi pietà di noi

Spirito Santo, che sei Dio      abbi pietà di noi

Santa Trinità, unico Dio      abbi pietà di noi

Santissima Eucaristia          Noi ti adoriamo

Dono ineffabile dei Padre          Noi ti adoriamo

Segno dell'amore supremo dei Figlio      Noi ti adoriamo

Prodigio di carità dello Spirito Santo      Noi ti adoriamo

Frutto benedetto della Vergine Maria      Noi ti adoriamo

Sacramento dei Corpo e dei Sangue di      Noi ti adoriamo

Sacramento che perpetua il sacrificio della Croce    Noi ti adoriamo

Sacramento della nuova ed eterna alleanza    Noi ti adoriamo

Memoriale della morte e risurrezione dei Signore    Noi ti adoriamo

Memoriale della nostra salvezza        Noi ti adoriamo

Sacrificio di lode e di ringraziamento      Noi ti adoriamo

Sacrificio d'espiazione e di propiziazione      No ti adoriamo

Dimora di Dio con gli uomini        Noi ti adoriamo

Banchetto delle Nozze dell'Agnello      Noi ti adoriamo

Pane vivo disceso dal Cielo          Noi ti adoriamo

Manna nascosta piena di dolcezza        Noi ti adoriamo

Vero Agnello pasquale          Noi ti adoriamo

Diadema dei sacerdoti...          Noi ti adoriamo

Tesoro dei fedeli            Noi ti adoriamo

Viatico della Chiesa pellegrinante        Noi ti adoriamo

Rimedio delle nostre quotidiane infermità      Noi ti adoriamo

Farmaco di immortalità          Noi ti adoriamo

Mistero della Fede            Noi ti adoriamo

Sostegno della speranza          Noi ti adoriamo

Vincolo della carità            Noi ti adoriamo

Segno di unità e di pace          Noi ti adoriamo

Sorgente di gioia purissima          Noi ti adoriamo

Sacramento che germina i vergini        Noi ti adoriamo

Sacramento che dà forza e vigore        Noi ti adoriamo

Pregustazione dei convito celeste        Noi ti adoriamo

Pegno della nostra risurrezione        Noi ti adoriamo

Pegno della gloria futura          Noi ti adoriamo

Agnello di Dio, che togli i peccati dei mondo,  perdonaci Signore

Agnello di Dio, che togli i peccati dei mondo,  esaudiscici Signore

Agnello di Dio, che togli i peccati dei mondo,  abbi pietà di noi

 

Hai dato loro il pane disceso dal cielo,    che porta in sé ogni dolcezza.

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Preghiera di Madre Teresa

Voi chi dite che io sia?

Tu sei Dio

Tu sei Dio, nato da Dio

Tu sei generato e non creato

Tu sei della stessa sostanza del Padre

Tu sei il Figlio del Dio vivente

Tu sei la seconda persona della Santissima Trinità

Tu sei Uno con il Padre

Tu sei nel Padre dal principio, tutte le cose sono state fatte da Te e dal Padre

Tu sei il Figlio diletto nel quale il Padre si compiace

Tu sei il Figlio di Maria, concepito dallo Spirito Santo nel grembo di Maria

Tu sei nato a Betlemme, Tu sei stato avvolto in fasce da Maria

e deposto sulla paglia in una mangiatoia, Tu sei stato scaldato dal fiato dell’asino

che aveva trasportato tua Madre e Te nel suo grembo

Per la gente di Nazareth, Tu sei il figlio di Giuseppe il falegname

Per i dotti di Israele, Tu se un uomo ordinario senza molta cultura

 

Chi è Gesù per me

Gesù è la Parola fatta carne

Gesù è il Pane della vita

Gesù è la vittima offerta sulla Croce per i nostri peccati

Gesù è il sacrificio nella S.Messa  per i peccati del mondo e per i miei

Gesù è la Parola da pronunciare

Gesù è la Verità da dire

Gesù è la Luce da accendere

Gesù è la Vita da vivere

Gesù è l’Amore da amare

Gesù è la Gioia da condividere

Gesù è la Pace d dare

Gesù è il Pane della vita da mangiare

Gesù è l’Affamato da sfamare

Gesù è l’Ignudo da vestire

Gesù è il Senzatetto da accogliere

Gesù è il Malato da curare

Gesù è l’Isolato da amare

Gesù è l’Indesiderato da desiderare

Gesù è il lebbroso al quale lavare le piaghe

Gesù è il Mendicante al quale sorridere

Gesù è l’Alcoolizzato da ascoltare

Gesù è l’Handicappato mentale da proteggere

Gesù è il Piccolo da abbracciare

Gesù è il Cieco da guidare

Gesù è il Sordo al quale parlare

Gesù è lo Zoppo col quale camminare

Gesù è il Drogato da soccorrere

Gesù è la Prostituta da strappare dal pericolo e da aiutare

Gesù è il Carcerato da visitare

Gesù è il Vecchio da servire

 

      Per me

      Gesù è il mio Dio

      Gesù è il mio Sposo

      Gesù è la mia Vita

      Gesù è il mio solo Amore

      Gesù è il mio Tutto in tutto

      Gesù è il mio Quotidiano

      Gesù, io lo amo con tutto il mio cuore, con tutto il mio essere

      Gli ho dato tutto, anche i miei peccati,

      e lui mi ha sposata nella tenerezza e nell’amore

      Ora e per la vita, io sono la sposa del mio Sposo Crocifisso.         Amen

 

CANTO: sono qui a lodarti

Luce del mondo nel buio del cuore, vieni ed illuminami.Tu mia sola speranza di vita, resta per sempre con me.

Sono qui a lodarti, qui per adorarti qui per dirti che Tu sei il mio Dio e solo Tu sei Santo, sei meraviglioso degno e glorioso sei per me. Re della storia Re nella Gloria, sei sceso in terra fra noi. Con umiltà il tuo trono hai lasciato, per dimostrarci il tuo amor. (Rit) Io mai saprò quanto ti costò, lì sulla croce morir per me.

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SECONDO MOMENTO: Il Getsemani

“Poi, uscito, andò, come al solito, al monte degli Ulivi”

 

CANONE: Restate qui e vegliate con me, restate e pregate, restate e pregate

 

Lettura (dagli scritti di MARIA VALTORTA)

Il gruppo si riunisce nell’orto del Getsemani. Gesù dice ai suoi: “ora dividiamoci, Io salgo in alto, a pregare. Con Me, voglio Pietro, Giovanni e Giacomo. Voi rimanete qui. E se foste sopraffatti, chiamate. E non temete. Non vi sarà torto un capello. Pregate per Me. Deponete odio e paura. Che io abbia nel cuore i vostri sorrisi”.  Gesù si separa dagli apostoli e va avanti, mentre Pietro si fa dare la torcia. Gesù fa un gesto con la mano, fra la benedizione e l’addio, poi prosegue il suo cammino. (…) Il Maestro pare già aggravato da un peso, pare già preso da un affanno. È come uno che ha corso o ha pianto. Camminando, volge loro le spalle, mentre ha sul volto la luce della luna. Sale a testa china. (…)  Gesù si ferma. Non guarda la città cha appare là in basso, tutta bianca nella luce lunare. Anzi, le volge le spalle e prega a braccia aperte a croce, col volto alzato verso il cielo. (…) poi curva il capo e guarda Gerusalemme. Il suo viso si fa più mesto. Mormora: “pare di neve…ed è tutta un peccato! Dove sono quelli che mi parevano fedeli?”. Poi si incammina, torna verso i tre apostoli seduti intorno a un fuocherello, e li trova mezzo addormentati. “Dormite? Non avete saputo vegliare un’ora sola? Ed Io ho tanto bisogno del vostro conforto e delle vostre preghiere”. (…) Poi Gesù torna al suo masso, ancora più lento e curvo. Lì vi è una pianticina, con fiori minuti e esili steli. Gesù poggia le mani lì vicino e i piccoli fiori gli accarezzano la guancia. Sente il fresco delle piccole corolle, alza il capo e le guarda. Le carezza e parla loro: “voi siete pure! Voi mi date ristoro! C’erano anche nella grotta della Mamma questi piccoli fiori e Lei li amava”. Ha uno scoppio di pianto. Continua: “Anche a Betlemme, te li ho portati Mamma! Ma questi, chi te li porterà più?”. Si alza, cammina, si leva il mantello come avesse caldo. (…) è tanto l’affanno che urla il nome di Pietro e Giovanni, e dice “ora verranno. Sono ben fedeli loro!”. Ma non vengono. Chiama di nuovo. Pare terrorizzato. Va da loro e li trova addormentati. (…)

Gesù dice: “In questi giorni, ti ho fatto conoscere le mie sofferenze fisiche. Esse hanno torturato la mia Umanità. Ti ho fatto conoscere le mie sofferenze morali, fuse con quelle della Madre mia. I nostri cuori erano uniti e hanno palpitato insieme sempre. Non c’era mio lamento che non risuonasse in Lei. (…) Più l’ora dell’espiazione si avvicinava, più sentivo allontanarsi il Padre. La mia Umanità si sentiva sempre meno sorretta dalla Divinità. La separazione da Dio porta con sé paura, attaccamento alla vita, stanchezza, tedio. Quando poi è totale, porta disperazione. Io l’ho provato. Tutto ho dovuto conoscere per potere di tutto perorare presso il Padre in vostro favore. Ho provato cosa vuol dire: “sono solo, tutti mi hanno tradito, abbandonato. Anche il Padre non mi aiuta più”. Ed è per questo che opero misteriosi prodigi di grazia presso i poveri cuori che la disperazione soverchia. Non ricusino la Croce che offro per àncora, ma vi si afferrino e io li possa portare alla beata riva. (…)

(In quella notte) torme di demoni erano sulla Terra per tentare i cuori e farli pronti a volere l’indomani l’uccisione del Cristo. Anche gli apostoli avevano il loro tentatore al fianco che li assopiva. Giovanni, il puro, si liberò per primo fra tutti dalla tentazione.

Giovanni andrà subito presso il suo Gesù, lo comprende nel suo desiderio di vedere la Madre per trovare consolazione e gli condurrà Maria sotto la Croce. (….)

Continua Gesù: (il nemico) mi era già venuto all’inizio della mia missione, ora tornava. Mi presentò le torture delle carne. Lo vinsi pregando. Lo spirito signoreggiò sulle paure della carne. Mi presentò l’inutilità del mio morire, senza occuparmi degli uomini ingrati. Vivere per mia Madre, per non farla soffrire. Vivere per portare a Dio con un lungo apostolato tanti uomini, che, se invece fossi morto, ben presto si sarebbero dimenticati di me. Lo vinsi con la preghiera. Lo spirito signoreggiò la tentazione mortale. Mi presentò l’abbandono di Dio. Il Padre non mi amava più, gli facevo ribrezzo. Io pregavo per coprire con il mio orare le parole sataniche. Ma la preghiera non saliva più a Dio, ricadeva su di me come le pietre della lapidazione. Allora sentii l’amaro fondo del calice. Il sapore della disperazione. Ho vinto la disperazione con le mie sole forze, perché ho “voluto” vincerla. Con le mie sole forze di Uomo. Non ero più che l’Uomo. Ho vinto la disperazione e satana, suo creatore, per servire Dio e voi, dandovi la vita. Ecco perché l’angelo del mio dolore mi ha prospettato la speranza di tutti i salvati per il mio sacrificio. I vostri nomi! Ognuno mi è stato una stilla di farmaco infuso nelle vene per ridare tono. Io mi sono ripetuto i vostri nomi. Io vi ho visti. Io vi ho benedetti da allora.

La Madre, Giovanni e le donne pietose erano intorno alla mia Croce, ma pure voi c’eravate.

I miei occhi morenti vedevano insieme al volto della Madre, i vostri visi amorosi e si sono chiusi così, beati perché vi avevano salvati, o voi che meritate il Sacrificio di un Dio.

 

CANTO: Come Tu mi vuoi

Eccomi Signor, vengo a Te mio Re, che si compia in me la Tua volontà.
Eccomi Signore, vengo a Te mio Dio, plasma il cuore mio e di Te vivrò.
Se Tu lo vuoi Signore manda me e il Tuo nome annuncerò.
Come Tu mi vuoi io sarò, dove Tu mi vuoi io andrò.
Questa vita io voglio donarla a Te per dar gloria al Tuo nome mio re.
Come Tu mi vuoi io sarò, dove Tu mi vuoi io andrò,
se mi guida il Tuo amore paura non ho per sempre io sarò, come Tu mi vuoi.
Eccomi Signor, vengo a Te mio Re, che si compia in me la Tua volontà.
Eccomi Signore, vengo a Te mio Dio, plasma il cuore mio e di Te vivrò.
Tra le tue mani mai più vacillerò e strumento tuo sarò. Rit.

 

S. Rosario: misteri gaudiosi

​

Per  consolare il nostro Signore nella fatica del Getsemani,

vogliamo offrirGli il dolce ricordo dei momenti di gioia vissuti

 

Supplica a Dio

O Dio, il nostro cuore è nel buio profondo; ciò nonostante è legato al Tuo Cuore. Il nostro cuore si dibatte tra Te e satana; non permettere che sia cosi! E tutte le volte che il cuore è diviso tra il bene e il male che venga illuminato dalla Tua luce e si unifichi. Non permettere mai che dentro di noi ci possano essere due amori, che mai possano coesistere due fedi e che mai possano coabitare tra di noi la bugia e la sincerità, l’amore e l’odio, l’onestà e la disonestà, l’umiltà e la superbia. Aiutaci invece affinché il nostro cuore si innalzi a Te come quello di un bimbo,

fà che il nostro cuore venga rapito dalla pace  e che continui ad averne sempre nostalgia.  Fà che la Tua santa volontà ed il Tuo amore trovino dimora in noi, che almeno qualche volta desideriamo davvero essere figli Tuoi.

E quando, Signore, non desideriamo essere figli Tuoi, ricordati dei nostri passati desideri ed aiutaci a riceverTi di nuovo. Ti apriamo i cuori affinché in essi dimori il Tuo santo amore; Ti apriamo le nostre anime affinché vengano toccate dalla Tua santa misericordia, che ci aiuterà a vedere chiaramente tutti i nostri peccati e ci farà capire che ciò che ci rende impuri è il peccato!  O Dio, noi desideriamo essere Tuoi figli, umili e devoti a tal punto da diventare figli sinceri e cari, così come solo il Padre potrebbe desiderare che siamo.  Aiutaci Gesù, nostro fratello, ad ottenere il perdono del Padre ed aiutaci ad essere buoni verso di Lui.

 

L’ora dell’Angelo della consolazione

(ripetiamo: te l’offriamo, Signore)

 

La trepidazione dell’Arcangelo Gabriele nell’essere inviato a Maria

La calda pace e l’intima gioia con cui ti accolse la Vergine Maria

La fede, la protezione e l’affetto di San Giuseppe

L’accoglienza di Elisabetta e Zaccaria e il sussultare del Battista

Il primo sguardo della Vergine e di Giuseppe a Betlemme

Il canto degli angeli e lo splendore degli Ordini dell’esercito celeste

L’adorazione dei pastori e i loro umili doni

L’arcano cammino dei Magi dell’Oriente

La tenera premura degli animali del Presepe

Lo stringerti al cuore del vegliardo Simeone nel tempio inondato di sole

L’eco festosa della lode di Anna tra le colonne del tempio

La gioia di ritrovarti dei Santi Genitori

La dolce e santa dimora di Nazareth

Le lezioni di Giuseppe, tuo maestro d’arte

Le soddisfazioni del lavoro di bottega

Le gioie delicate della Provvidenza divina

L’illuminarsi del creato al primo echeggiare della tua Parola nella vita pubblica

La consolazione dei cuori su cui si posò la rugiada del tuo perdono

La felicità dei malati e degli storpi sanati dalla tua Potenza

Il ricordo della tua bontà in coloro che ti conobbero

Il rifugio di Betania e le gioie dell’amicizia

Le ineffabili gioie che ti facevano proclamare la  tenera paternità di Dio

Il delicato gesto della Veronica

La presenza dei tuoi fedeli amici sotto la croce

La conversione del ladrone e del centurione

La sorpresa degli uomini giusti quando irrompesti negli inferi per liberarli

Il rallegrarsi di Abramo che vide il tuo giorno

Il popolarsi della Gerusalemme celeste dopo il tuo sacrificio

La fede di Maria Santissima fiaccola di speranza, nella notte del venerdì santo

Il lampo di luce della tua Resurrezione

Il terremoto di potenza che scoperchiò il sepolcro

Il presidio vittorioso degli Angeli

La fedeltà delle donne e le tue gloriose apparizioni

L’abbraccio del Padre celeste e l’esultanza dello Spirito

Il trionfo dello Spirito nella Pentecoste

Le maestose orbite degli astri e lo splendore del firmamento

I fiori del campo e gli uccelli del cielo

La tenerezza dei cuccioli

Le primavere della terra e le primavere dei cuori

Il bacio del sole e i colori dell’iride

La ricerca dei cavalieri del Sacro Graal

Il cammino dei pellegrini verso Gerusalemme, Roma e Compostela

Il lavoro dei costruttori di cattedrali

I prediletti del tuo mistero

Il sorriso dei bambini

Gli ideali dei giovani

La solidità degli adulti

La saggezza dei vecchi

Lo splendore dei battezzati

La fortezza dei cresimati

La purezza dei fidanzati cristiani

L’amore degli sposi cristiani

La gratitudine dei perdonati

Il volto di quanti si siedono alla mensa del tuo Corpo

Il cuore di quanti sono illuminati dalle parole del tuo Vangelo e dai raggi dell’Ostia

Il mistero che vive nel cuore dei sacerdoti e dei consacrati

Gli uomini di buona volontà

Il sangue degli innocenti

Le nostre gioie e i nostri dolori

Le piaghe dei nostri cuori

La preghiera dei chiostri e dei monasteri e il nostro lavoro quotidiano

​

Preghiamo: Accogli, Signore, l’umile offerta del nostro cuore in unione con l’Angelo della Consolazione e il nostro devoto ringraziamento per la Tua opera di salvezza. Tu vivi e regni nei secoli dei secoli.

 

CANTO: Padre mio

Padre mio, mi abbandono a Te, di me fai quello che Ti piace, grazie di ciò che fai per me, spero solamente in Te. Purchè si compia il tuo volere in me e in tutti i miei fratelli, niente desidero di più fare quello che vuoi Tu. Dammi che Ti riconosca, dammi che Ti possa amare sempre più, dammi che Ti resti accanto, dammi d’essere l’Amor. Fra le tue mani depongo la mia anima Con tutto l’amore del mio cuore, mio Dio lo dono a te, perché Ti amo immensamente. Si, ho bisogno di donarmi a te, senza misura affidarmi alle tue mani, perché sei il Padre mio,perché sei il Padre mio

 

Compieta

(clicca su "compieta" per vedere il testo)

​

TERZO MOMENTO: Davanti al sinedrio

“Lo condussero dal sommo sacerdote Caifa,

presso il quale già si erano riuniti gli scribi e gli anziani”

 

CANONE: Nulla ti turbi, nulla ti spaventi, chi ha Dio nulla gli manca. Nulla ti turbi, nulla ti spaventi, solo Dio basta

 

Lettura (dagli scritti di MARIA VALTORTA)

Mentre Gesù sta per entrare, rabbi Gamaliele lo raggiunge e le guardie danno uno strattone al Prigioniero perché ceda l’entrata al rabbi di Israele. Ma questo, rigido come una statua, ieratico, rallenta e, muovendo appena le labbra senza guardare nessuno, chiede: “Chi sei? Dimmelo”.

E Gesù dolcemente: “Leggi i profeti e ne avrai risposta. Il segno primo è in essi. L’altro verrà”.

Gamaliele raccoglie il suo manto ed entra. … Gesù viene trascinato al centro dell’aula, difronte al Pontefice (Caifa): una faccia da delinquente vera e propria. E si attende finché entrano tutti i membri del Sinedrio. Poi ha inizio la seduta. Ma Caifa vede due o tre seggi vuoti e chiede: “Dove è Eleazaro? E dove Giovanni?”.

Si alza un giovane scriba, si inchina e dice: “Hanno rifiutato di venire. Qui è lo scritto”.

“Si conservi e si scriva. Ne risponderanno”.

E poi: “Che hanno i santi membri di questo Consiglio da dire sopra costui?”.

“Io parlo (Ismael). Nella mia casa Egli violò il sabato. Me ne è testimone Dio se io mento. Ismael ben Fabi non mente mai”.

“E’ vero, accusato?” Gesù tace.

“Io lo vidi convivere con meretrici note. Fingendosi profeta, aveva fatto del suo covo un lupanare e con donne pagane per colmo. Dico il vero. Sadoc e Callascebona? Smentitemi, se lo merito”.

“E’ vero. E’ vero.”

“Che dici?” Gesù tace.

“Non mancava occasione per farci deridere. La plebe non ci ama più per colpa sua”

“Li odi? Hai profanato i membri santi (del Sinedrio)”. Gesù tace

“Quest’uomo è indemoniato. Reduce dall’Egitto, esercita la magia nera”

“Grave accusa. Discolpati”. Gesù tace.

“Sei passibile di morte. Parla”.

Ma disse Gamaliele: “Questa nostra seduta è illegale. Simeone, alzati e andiamo”

“Ma rabbi, sei pazzo?” “Non è lecito procedere come procediamo. E ne farò pubblica accusa”.

E Gamaliele esce, seguito da un altro sui trentacinque anni che gli somiglia.

Vi è un poco di tumulto di cui profittando Nicodemo e Giuseppe per parlare in favore del Martire.

“Gamaliele ha ragione. Illecita è l’ora e il luogo e inconsistenti le accuse. Io gli sono amico e giuro che sempre lo trovai rispettoso della Legge”, dice Nicodemo.

“Ed io pure. E per non firmare un delitto esco”: Giuseppe fa per scendere dal suo posto e uscire.

Ma Caifa sbraita: “Ah, così dite? Vengano i testimoni giurati” Entrano due tipi da galera. Sguardi sfuggenti, ghigni crudeli, subdole mosse. “Parlate”.

“Non è lecito udirli insieme” urla Giuseppe.

“Io sono il Sommo Sacerdote. Io ordino. E silenzio!”.

Giuseppe dà un pugno su un tavole e dice: “Da questo momento sappi che l’Anziano Giuseppe è nemico del Sinedrio e amico del Cristo. Ed ora vado a dire al Pretore che qui si uccide senza ossequio a Roma” ed esce violentemente dando uno spintone ad un magro e giovane scriba che lo vorrebbe trattenere.

Nicodemo, più pacato, esce senza dire parola. E nell’uscire passa davanti a Gesù e lo guarda.

Nuovo tumulto. Ora si ha paura di Roma.

Caifa interviene: “Per Te – vedi – tutto questo! Tu sei il corruttore dei migliori Giudei…”.

Gesù tace.

“Parlino i testimoni”, urla Caifa.

“Costui usava il…il… - Lo sapevamo… - Come si chiama quella cosa?”.

“Il tetragramma forse?” (le quattro consonanti ebraiche del nome di Dio, Jhawé).

“Ecco. “L’hai detto! Evocava i morti. Insegnava ribellione al sabato e profanazione all’altare. Lo giuriamo. Diceva che Egli voleva distruggere il Tempio per riedificarlo in tre giorni con l’aiuto dei demoni”.

“No. Diceva: non sarà fabbricato dall’uomo”.

Caifa scende dal seggio e viene presso Gesù. Piccolo, obeso, brutto, pare un enorme rospo vicino ad un fiore. Perché Gesù, nonostante sia ferito, contuso, sporco e spettinato, è ancora tanto bello e maestoso.

“Non rispondi? Che accuse ti fanno! Orrende! Parla, per levare da Te la loro onta”.

Ma Gesù tace. Lo guarda e tace.

“Rispondi a me, allora. Sono il tuo Pontefice. In nome del Dio vivo io ti scongiuro. Dimmi: sei Tu il Cristo, il Figlio di Dio?”

“Tu l’hai detto. Io lo sono. E vedrete il Figlio dell’uomo, seduto alla destra della Potenza del Padre, venire sulle nubi del cielo. Del resto, perché mi interroghi? Ho parlato in pubblico per tre anni. Nulla ho detto di occulto. Interroga quelli che mi hanno udito”.

Uno dei soldati lo colpisce sulla bocca, facendola sanguinare di nuovo, e urla: “Così rispondi, o satana, al Sommo Pontefice?”.

E Gesù, mite, risponde: “Se ho parlato bene, perché mi percuoti? Se male, perché non mi dici dove sbaglio? Ripeto: Io sono il Cristo, Figlio di Dio. Non posso mentire. Il sommo sacerdote, l’eterno sacerdote, IO SONO.  IO SONO l’Unto. Pontefice e Re IO SONO. Questo Tempio sarà distrutto e risorgerà, nuovo, santo.”

“Bestemmiatore!” urlano tutti. “In tre giorni lo farai, folle e posseduto?”.

“Non questo. Ma il mio risorgerà, il Tempio del Dio vero, vivo, santo”

“Anatema!”, urlano di nuovo.

Caifa alza la sua voce chioccia, si strappa le vesti con atti di studiato orrore, e dice: “Che altro abbiamo da udire dai testimoni? La bestemmia è detta. Che facciamo?”

E tutti in coro: “Sia reo di morte!”.

E con atti di sdegno e di scandalo escono dalla sala, lasciando Gesù alla mercé degli sgherri e della plebaglia. Essi con schiaffi, pugni, sputi, legandogli gli occhi, gli chiedono: “Indovina. Chi ti ha percosso?”.

E facendogli sgambetto lo fanno cadere bocconi e ridono sgangheratamente.

 

CANTO: Ai piedi della Croce

Ai piedi della croce io starò contemplando la grandezza del Tuo amore prostrandomi ai tuoi piedi adorerò ricevendo la Tua grazia nel mio cuore. Io so che c'è potenza nel Tuo sangue che in quel dì i miei peccati hai perdonato ed io dichiaro Gesù, nome al di sopra di ogni altro nome non c'è, non c'è nessun altro come il mio Signore morto per me, al posto mio, risuscitò ritornerà, la Sua chiesa rapirà saremo con Lui per l'eternità

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Salmi Penitenziali

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Salmo 6,1-11 - l’uomo nella prova implora la misericordia di Dio

Ora l’anima mia è turbata…Padre salvami da quest’ora

 

Signore, non punirmi nel tuo sdegno, 
non castigarmi nel tuo furore. 
Pietà di me, Signore: vengo meno; 
risanami, Signore: tremano le mie ossa. 

L'anima mia è tutta sconvolta, 
ma tu, Signore, fino a quando?
Volgiti, Signore, a liberarmi, 
salvami per la tua misericordia. 

Nessuno tra i morti ti ricorda. 
Chi negli inferi canta le tue lodi? 
Sono stremato dai lungi lamenti, 
ogni notte inondo di pianto 
il mio giaciglio, 
irroro di lacrime il mio letto. 
I miei occhi si consumano nel dolore, 

invecchio fra tanti miei oppressori. 
Via da me voi tutti che fate il male, 
il Signore ascolta la voce del mio pianto. 

l Signore ascolta la mia supplica, 
il Signore accoglie la mia preghiera. 
Arrossiscano e tremino i miei nemici, 
confusi, indietreggino all'istante. 

 

Salmo 32(31),1-11 - ringraziamento per il perdono dei peccati

È beato l’uomo a cui Dio accredita la giustizia indipendentemente dalle sue opere

 

Beato l'uomo a cui è rimessa la colpa, 
e perdonato il peccato.

Beato l'uomo a cui Dio non imputa alcun male 
e nel cui spirito non è inganno. 

Tacevo e si logoravano le mie ossa, 
mentre gemevo tutto il giorno. 
Giorno e notte pesava su di me 
la tua mano, 

come per arsura d'estate inaridiva il mio vigore. 
Ti ho manifestato il mio peccato, 
non ho tenuto nascosto il mio errore. 
Ho detto: "Confesserò al Signore le mie colpe" 

e tu hai rimesso la malizia del mio peccato. 
Per questo ti prega ogni fedele 
nel tempo dell'angoscia. 
Quando irromperanno grandi acque 

non lo potranno raggiungere. 
Tu sei il mio rifugio,

mi preservi dal pericolo, 

mi circondi di esultanza per la salvezza. 

Ti farò saggio, t'indicherò la via da seguire; 

con gli occhi su di te, ti darò consiglio. 
Non siate come il cavallo e come il mulo 
privi d'intelligenza; si piega la loro

fierezza con morso e briglie, se no,

a te non si avvicinano. 
Molti saranno i dolori dell'empio, 
ma la grazia circonda

chi confida nel Signore. 
Gioite nel Signore ed esultate, giusti, 
giubilate, voi tutti, retti di cuore. 

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Salmo 38(37),1-23 - Implorazione del peccatore in estremo pericolo

 Dalle sue piaghe siamo stati guariti


Signore, non castigarmi nel tuo sdegno, 
non punirmi nella tua ira. 
Le tue frecce mi hanno trafitto, 
su di me è scesa la tua mano. 
Per il tuo sdegno non c'è in me 
nulla di sano, 

nulla è intatto nelle mie ossa per i miei peccati. 
Le mie iniquità hanno superato il mio capo, 

come carico pesante mi hanno oppresso. 
Putride e fetide sono le mie piaghe 
a causa della mia stoltezza. 
Sono curvo e accasciato, 
triste mi aggiro tutto il giorno. 

Sono torturati i miei fianchi, 
in me non c'è nulla di sano. 
Afflitto e sfinito all'estremo, 
ruggisco per il fremito del mio cuore. 
Signore, davanti a te ogni mio desiderio 
e il mio gemito a te non è nascosto. 
Palpita il mio cuore, 
la forza mi abbandona, 
si spegne la luce dei miei occhi. 

Amici e compagni si scostano 
dalle mie piaghe,

i miei vicini stanno a distanza. 
Tende lacci chi attenta alla mia vita, 
trama insidie chi cerca la mia rovina. 
e tutto il giorno medita inganni. 

Io, come un sordo, non ascolto 
e come un muto non apro la bocca; 
sono come un uomo

che non sente e non risponde. 
In te spero, Signore; 
tu mi risponderai, Signore Dio mio. 

Ho detto: "Di me non godano, 
contro di me non si vantino 
quando il mio piede vacilla". 
Poiché io sto per cadere 
e ho sempre dinanzi la mia pena. 
Ecco, confesso la mia colpa, 
sono in ansia per il mio peccato. 

I miei nemici sono vivi e forti, 
troppi mi odiano senza motivo, 
mi pagano il bene col male, 
mi accusano perché cerco il bene. 
Non abbandonarmi, Signore, 
Dio mio, da me non stare lontano; 

accorri in mio aiuto, Signore,mia salvezza

 

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Salmo 51(50),1-21 - Pietà di me, o Signore

Rinnovatevi e rivestite l’uomo nuovo

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Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; 

nella tua grande bontà cancella il mio peccato. 
Lavami da tutte le mie colpe, 
mondami dal mio peccato. 
Riconosco la mia colpa, 
il mio peccato mi sta sempre dinanzi. 

Contro di te, contro te solo ho peccato, 
quello che è male ai tuoi occhi, 
io l'ho fatto; 

perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio. 
Ecco, nella colpa sono stato generato, 
nel peccato mi ha concepito 
mia madre. 
Ma tu vuoi la sincerità del cuore 
e nell'intimo m'insegni la sapienza. 

Purificami con issopo e sarò mondo; 
lavami e sarò più bianco della neve. 
Fammi sentire gioia e letizia, 
esulteranno le ossa che hai spezzato. 
Distogli lo sguardo dai miei peccati, 
cancella tutte le mie colpe. 
Crea in me, o Dio, un cuore puro, 
rinnova in me uno spirito saldo. 

Non respingermi dalla tua presenza 
e non privarmi del tuo santo spirito. 
Rendimi la gioia di essere salvato, 
sostieni in me un animo generoso. 
Insegnerò agli erranti le tue vie 
e i peccatori a te ritorneranno. 
Liberami dal sangue, Dio, 
Dio mia salvezza, 
la mia lingua esalterà la tua giustizia. 

Signore, apri le mie labbra 
e la mia bocca proclami la tua lode; 
poiché non gradisci il sacrificio 
e, se offro olocausti, non li accetti. 
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, 
un cuore affranto e umiliato,

Dio, tu non disprezzi. 
Nel tuo amore fa grazia a Sion, 
rialza le mura di Gerusalemme. 

Allora gradirai i sacrifici prescritti, 
l'olocausto e l'intera oblazione, 
allora immoleranno vittime

sopra il tuo altare. 

 

Salmo 102(101),1-29 - Aspirazioni e preghiera di un esule

Dio ci consola in ogni nostra tribolazione

 

Signore, ascolta la mia preghiera, 
a te giunga il mio grido. 
Non nascondermi il tuo volto; 
nel giorno della mia angoscia 
piega verso di me l'orecchio. 
Quando ti invoco: presto, rispondimi. 
Si dissolvono in fumo i miei giorni 
e come brace ardono le mie ossa. 

Il mio cuore abbattuto come erba inaridisce, 

dimentico di mangiare il mio pane. 
Per il lungo mio gemere 
aderisce la mia pelle alle mie ossa. 
Sono simile al pellicano del deserto, 
sono come un gufo tra le rovine. 

Veglio e gemo come uccello solitario sopra un tetto. 

Tutto il giorno mi insultano i miei nemici, 
furenti imprecano contro il mio nome. 
Di cenere mi nutro come di pane, 
alla mia bevanda mescolo il pianto, 
davanti alla tua collera e al tuo sdegno, 
perché mi sollevi e mi scagli lontano. 

I miei giorni sono come ombra che declina, 

e io come erba inaridisco. 
Ma tu, Signore, rimani in eterno, 
il tuo ricordo per ogni generazione. 
Tu sorgerai, avrai pietà di Sion, 
perché è tempo di usarle misericordia: 
l'ora è giunta. 

Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre 
e li muove a pietà la sua rovina. 

I popoli temeranno il nome del Signore 
e tutti i re della terra la tua gloria, 
quando il Signore avrà ricostruito Sion 
e sarà apparso in tutto il suo splendore. 

Egli si volge alla preghiera del misero 
e non disprezza la sua supplica. 

Questo si scriva per la generazione futura 

e un popolo nuovo darà lode al Signore
Il Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario, 

dal cielo ha guardato la terra, 
per ascoltare il gemito del prigioniero, 
per liberare i condannati a morte; 

perché sia annunziato in Sion

il nome del Signore 
e la sua lode in Gerusalemme, 

quando si aduneranno insieme i popoli 
e i regni per servire il Signore.

Ha fiaccato per via la mia forza, 
ha abbreviato i miei giorni. 
Io dico: Mio Dio, 
non rapirmi a metà dei miei giorni; 
i tuoi anni durano 
per ogni generazione. 
In principio tu hai fondato la terra, 
i cieli sono opera delle tue mani. 

Essi periranno, ma tu rimani, 
tutti si logorano come veste, 
come un abito tu li muterai 
ed essi passeranno. 
Ma tu resti lo stesso e i tuoi anni non hanno fine. 

I figli dei tuoi servi avranno

una dimora, resterà salda davanti a te

la loro discendenza. 

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Salmo 130(129), 1-8 - Dal profondo a Te grido

Egli salverà il suo popolo dai suoi peccati

 

Dal profondo a Te grido o Signore

Signore, ascolta la mia voce. 
Siano i tuoi orecchi attenti 
alla voce della mia preghiera. 
Se consideri le colpe, Signore, 
Signore, chi potrà sussistere? 
Ma presso di te è il perdono: 
e avremo il tuo timore. 

Io spero nel Signore, 
l'anima mia spera nella sua parola. 
L'anima mia attende il Signore 

più che le sentinelle l'aurora. 
Israele attenda il Signore, 
perché presso il Signore 
è la misericordia 
e grande presso di lui la redenzione. 

Egli redimerà Israele 
da tutte le sue colpe. 

 

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Salmo 143(142), 1-12 - preghiera nella tribolazione

Siamo giustificati dalla fede in Cristo

 

Signore, ascolta la mia preghiera, 
porgi l'orecchio alla mia supplica, 
tu che sei fedele, 
e per la tua giustizia rispondimi. 

Non chiamare in giudizio il tuo servo: 
nessun vivente davanti a te è giusto. 

Il nemico mi perseguita, 
calpesta a terra la mia vita, 
mi ha relegato nelle tenebre 
come i morti da gran tempo. 
In me languisce il mio spirito, 
si agghiaccia il mio cuore. 
Ricordo i giorni antichi, 
ripenso a tutte le tue opere, 
medito sui tuoi prodigi. 

A te protendo le mie mani, 
sono davanti a te come terra riarsa. 
Rispondimi presto, Signore, 
viene meno il mio spirito. 

Non nascondermi il tuo volto, 
perché non sia come chi scende 
nella fossa. 

Al mattino fammi sentire la tua grazia, 

poiché in te confido. 
Fammi conoscere la strada 
da percorrere, 

perché a te si innalza l'anima mia. 

Salvami dai miei nemici, Signore, a te mi affido. 
Insegnami a compiere il tuo volere, 
perché sei tu il mio Dio. 
Il tuo spirito buono 
mi guidi in terra piana. 

Per il tuo nome, Signore, fammi vivere, 
liberami dall'angoscia, 
per la tua giustizia. 
Per la tua fedeltà disperdi i miei nemici, 
fà perire chi mi opprime, 
poiché io sono tuo servo. 

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S. Rosario: misteri della Luce.

Per consolare il Signore gli ricordiamo la luce portata nel mondo durante la sua vita pubblica

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QUARTO MOMENTO: il rinnegamento

“tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire”

 

CANONE: Misericordias Domini in aeternum cantabo.

 

Lettura 

Il rinnegamento di Pietro. (dagli scritti di Madre Speranza di Collevalenza)

Come potè sgretolarsi questa salda “roccia” in quel modo? Varie sono state le cause. Una eccessiva fiducia in se stesso, tipica dei temperamenti impulsivi, che facilmente arrivano a una esagerata stima di sé. Durante la cena si era mostrato presuntuoso e il rinnegamento fu una lezione. “Non ti rinnegherò”, aveva detto. Queste affermazioni furono una mancanza di rispetto verso Gesù e una mancanza di carità verso gli apostoli. Un altro motivo fu la curiosità, unita alla negligenza nella preghiera e nel vincere se stesso. Pietro non entrò nell’atrio per andare a morire con Gesù, ma per vedere cosa sarebbe successo. La terza causa fu l’occasione cattiva, per la sua imprudenza nell’esporsi al pericolo e nel rimanervi anche dopo l’avvertimento. In compagnia di gente che spettegolava, soldati, servi. Quelle compagnie non sono per un discepolo di Gesù.

La caduta di Pietro fu graduale. Passò da una mancanza ad un’altra peggiore. Cominciò con una fragilità, una bugia detta ad una serva in un momento di turbamento. Per poi giungere ad affermare che non conosce quell’uomo. Ma come Pietro? Non conosci quell’uomo che prima era tutto per te? Non conosci il tuo Maestro? Infine Pietro, chiama Dio stesso a testimone, incomincia a giurare e con questo giuramento abbandona Gesù. Pietro cadde da solo, ma non avrebbe potuto alzarsi da solo. Doveva tendergli la mano il Maestro. Egli, pensava a Pietro, mentre era interrogato da Caifa. Egli pensa anche a te e dal tabernacolo ti cerca quando cammini su strade che ti portano lontano da Lui. Con lo sguardo del Maestro rivolto a lui, Pietro ricordò e pianse. Ricordare è importante, e dimenticarsi di Dio è la causa di tutte le debolezze.

 

Il tradimento di Giuda. (dagli scritti di Maria Valtorta)

Vedo Giuda. È solo…è ora in preda ad un contrasto di pensieri. Ogni sospiro di vento fra le fronde, lo fa sussultare e volgersi con sospetto e terrore, come si sentisse raggiunto da un giustiziere. Nel suo andare pazzo va così verso l'interno della città. Ma un clamore di popolo l'avverte che è presso alla casa di Caifa, e allora, portandosi le mani al capo e curvandosi come se quei gridi fossero altrettante pietre che lo lapidino, fugge, fugge.

E nel fuggire prende una stradetta che lo porta diritto verso la casa dove fu consumata la Cena. Se ne accorge, quando è davanti ad essa, per una fontanella che geme a quel punto della via. Il piangere dell'acqua, che gocciola e cade nel piccolo bacino di pietra, gli devono sembrare il pianto del Tradito. Si tappa gli orecchi per non udire e scappa ad occhi chiusi per non vedere quella porta, da cui poche ore avanti è passato col Maestro e dalla quale egli è uscito per andare a prendere gli armati per catturarlo. Fugge sino al ponticello che è prossimo al Getsemani. Fa qualche metro e si trova nell'ingresso dell'orto degli Ulivi. Grida: «No! No!», riconoscendo il posto. Ma poi, non so per quale forza irresistibile o per quale sadismo satanico e criminale, avanza in quel luogo. Cerca il posto dove è avvenuta la cattura. Ha gli occhi sbarrati e lucidi come per delirio, i capelli scompigliati dalla corsa e dal terrore sembrano stare irti sul capo.  Esce. Corre per le vie. E fatalmente torna ad incrociare altre due volte Gesù, che va e viene da Erode. Abbandona il centro della città, prendendo a casaccio per le vie più misere, e va a finire da capo contro la casa del Cenacolo. È tutta chiusa. Come abbandonata. Si ferma. La guarda. «La Madre!», mormora. «La Madre…». Resta in sospeso… «Ho anche io una madre! E ho ucciso un figlio a una madre! Pure… Voglio entrare… Rivedere quella stanza. Là non c'è sangue…». Corre verso la porticina che mette nel Cenacolo. Entra. Un bel sole entra dalle finestre spalancate. Giuda tira un respiro di sollievo. Si inoltra. Qui tutto è calmo e silenzioso. (…)

Esce. Si trova di fronte Maria, ritta sulla porta della stanza dove Gesù l'ha lasciata. Ella, udendo un rumore, si è affacciata sperando forse vedere Giovanni, che manca da tante ore. Ha degli occhi che il dolore fa ancor più simili a quelli del Figlio. Giuda incontra quello sguardo che lo guarda con la stessa accorata e cosciente cognizione con cui Gesù lo ha guardato per via, e con un «Oh!» spaurito si addossa al muro. «Giuda!», dice Maria. «Giuda, che sei venuto a fare?». Le stesse parole di Gesù. E dette con amore doloroso. Giuda le ricorda e urla.

«Giuda», ripete Maria, «che hai tu fatto? A tanto amore hai risposto tradendo?». La voce di Maria è carezza che trema. Giuda fa per scappare. Maria lo chiama con una voce che avrebbe dovuto convertire un demonio: «Giuda! Giuda! Fermati! Fermati! Ascolta! Io te lo dico in suo Nome: pentiti, Giuda. Egli perdona…». Giuda è fuggito.

Dice Gesù:

Il rimorso l'avrebbe anche potuto salvare, se egli avesse fatto del rimorso un pentimento. Ma egli non volle pentirsi e, al primo delitto di tradimento, ancora compatibile per la grande misericordia che è la mia amorosa debolezza, ha unito bestemmie, resistenze alle voci della Grazia che ancora gli volevano parlare attraverso i ricordi, attraverso i terrori, attraverso il mio Sangue e il mio mantello, attraverso il mio sguardo, attraverso le tracce dell'istituita Eucarestia, attraverso le parole di mia Madre. Ha resistito a tutto. Ha voluto resistere. Come aveva voluto tradire. Come volle maledire. Come si volle suicidare.  È la volontà quella che conta nelle cose. Sia nel bene che nel male.

Oh! se lo avrei perdonato! Se si fosse gettato ai piedi della Madre dicendo: "Pietà!", Ella, la Pietosa, lo avrebbe raccolto come un ferito e sulle sue ferite sataniche, per le quali il Nemico gli aveva inoculato il Delitto, avrebbe sparso il suo pianto che salva e me lo avrebbe portato, ai piedi della Croce, tenendolo per mano perché Satana non lo potesse ghermire e i discepoli colpirlo, portato perché il mio Sangue cadesse per primo su lui, il più grande dei peccatori. E sarebbe stata, Ella, Sacerdotessa mirabile sul suo altare, fra la Purezza e la Colpa, perché è Madre dei vergini e dei santi, ma anche Madre dei peccatori. Ma egli non volle.  Meditate il potere della volontà di cui siete arbitri assoluti. Per essa potete avere il Cielo o l'Inferno. Meditate cosa vuol dire persistere nella colpa.

 

 

CANTO: Gesù e la Samaritana

Sono qui, conosco il tuo cuore, con acqua viva ti disseterò. Sono io, oggi cerco te, cuore a cuore ti parlerò. Nessun male più ti colpirà il tuo Dio non dovrai temere. Se la mia legge in te scriverò, al mio cuore ti fidanzerò e mi adorerai in Spirito e Verità.

 

S. Rosario: misteri dolorosi

Per consolare il Signore, gli offriamo la compagnia nei momenti della sua Passione

 

C’E’ UN UOMO INCHIODATO SU UNA CROCE - (Fulton Y. Sheen )

Allorché si fa silenzio intorno a me, nelle ore del giorno e della notte,

un pianto che scende dalla Croce mi colpisce e mi fa trasalire.

La prima volta che l’udii, uscii dalla mia casa.

E cercando intorno trovai un uomo inchiodato sulla Croce.

-Lasciate che vi stacchi dalla Croce - gli dissi 

e cercai di togliere i chiodi dai suoi polsi,

ma Egli mi rispose: - Lasciali dove sono,

poiché scenderò dalla Croce solo quando              

tutti gli uomini , tutte le donne, tutti i fanciulli,

s’uniranno insieme per distaccarmi.

Gli dissi allora: - Come posso sopportare il vostro lamento

e che posso fare io per Voi?

Ed Egli mi rispose:- Va per tutto il mondo e dì a quelli che incontrerai

che c’è un uomo inchiodato sulla Croce.

     

Litanie della Passione

O Gesù, Figlio del Dio vivente,       abbi pietà di noi

O Gesù, Sacerdote e Redentore,       abbi pietà di noi

O Gesù, Uomo dei dolori,         abbi pietà di noi

O Gesù, misconosciuto dal tuo popolo,     abbi pietà di noi

O Gesù, venduto per trenta denari,     abbi pietà di noi

O Gesù, triste fino alla morte,       abbi pietà di noi

O Gesù, coperto del sudore di sangue,                         abbi pietà di noi

O Gesù, tradito da Giuda con un bacio,                abbi pietà di noi

O Gesù, preso e legato come un malfattore,      abbi pietà di noi

O Gesù, abbandonato dai tuoi discepoli,                      abbi pietà di noi

O Gesù, accusato da falsi testimoni,                      abbi pietà di noi

O Gesù, rinnegato per tre volte da Pietro,        abbi pietà di noi

O Gesù, proclamato reo di morte,                                   abbi pietà di noi

O Gesù, oltraggiato e coperto di sputi,     abbi pietà di noi

O Gesù, colpito con i pugni,       abbi pietà di noi

O Gesù, condotto in catene da Pilato,           abbi pietà di noi

O Gesù, schernito da Erode,       abbi pietà di noi

O Gesù, posposto all'assassino Barabba,     abbi pietà di noi

O Gesù, coperto di piaghe nella flagellazione,   abbi pietà di noi

O Gesù, coronato di spine,         abbi pietà di noi

O Gesù, caricato del peso della croce,          abbi pietà di noi"

O Gesù, condotto al supplizio come un agnello,   abbi pietà di noi

O Gesù, spogliato delle vesti,       abbi pietà di noi

O Gesù, inchiodato sulla croce,       abbi pietà di noi

O Gesù, abbeverato di fiele e di aceto,     abbi pietà di noi

O Gesù, obbediente fino alla morte di croce,   abbi pietà di noi

O Gesù, morto di amore per noi,       abbi pietà di noi

O Gesù, trafitto da una lancia,       abbi pietà di noi

O Gesù, olocausto dell'amore divino,     abbi pietà di noi

 

 

CANTO: Fa ch’io creda

Nel mio cuore, credo che Tu sei il Figlio di Dio, tra le tue mani Signore, quest'acqua in vino si trasformerà, non c'è un altro Dio come Te. Gesù Santo, Figlio del Dio vivente Tu sei, se oggi io guardo al tuo cuore anche sull'acqua io camminerò, non c'è un altro Dio come Te. Fa ch'io creda o Signore, nel potere del tuo amore, come incenso sale già, il mio grazie per le cose che farai. Fa ch'io veda o Signore, il potere del tuo nome, che ogni uomo creda in te, tu sei Cristo e nei cuori regnerai, il Figlio di Dio Tu sei. Nel mio cuore, credo che Tu sei il Figlio di Dio, tra le tue mani Signore, la morte in vita si trasformerà, non c'è un altro Dio come Te. Gesù Santo, Figlio del Dio vivente Tu sei, se oggi io guardo al tuo cuore, anche sull'acqua io camminerò, non c'è un altro Dio come Te.
Fa ch'io creda o Signore... Fa ch'io veda o Signore, il potere del tuo nome, che ogni uomo creda in Te,

Tu sei Cristo e nei cuori regnerai, il Figlio di Dio Tu sei, il Figlio di Dio Tu sei

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QUINTO MOMENTO:

Gesù davanti a Pilato e ad Erode

“Sei Tu il Re dei Giudei?”

 

CANONE: oh, oh, oh, adoramus Te Domine

 

Lettura (dagli scritti di MARIA VALTORTA)

Gesù, scortato da tutti i suoi nemici, esce ripassando da quei cortili del Tempio in cui tante volte aveva parlato e beneficato e guarito, entra nelle vie cittadine e, più strascinato che condotto, scende verso la città che si fa rosa in un primo annuncio d'aurora. Credo che, con l'unico scopo di tormentarlo più a lungo, gli facciano fare un lungo giro vizioso per Gerusalemme. Gesù entra nel Pretorio in mezzo ai dieci astati, che fanno un quadrato di alabarde intorno alla sua persona. I due centurioni vanno avanti. Mentre Gesù sosta in un largo atrio, oltre il quale è un cortile che si intravvede dietro una tenda che il vento sommuove, essi scompaiono dietro una porta. Rientrano col Governatore, vestito di una toga bianchissima sulla quale però è un manto scarlatto. Pilato va incontro a Gesù, lo guarda. «Quale accusa portate contro di lui? Mi sembra un innocuo…». «Se non fosse malfattore non te lo avremmo portato» - rispondono gli accusatori.
Dice Gesù:

«Ti voglio far meditare il punto che si riferisce ai miei incontri con Pilato. Esperto come era nel governo e nel giudizio, con un solo sguardo comprese che il reo non ero Io, ma quel popolo ubriaco di odio. L'incontro dei nostri sguardi fu una reciproca lettura dei nostri cuori. Io giudicai l'uomo per quel che era. Egli giudicò Me per quel che ero. In Me venne per lui della pietà perché era un uomo debole. Ed in lui venne per Me della pietà perché ero un innocente. Cercò di salvarmi dal primo momento. Pilato rientra nel Pretorio e mi chiama vicino. E mi interroga. Egli aveva già sentito parlare di Me. Fra i suoi centurioni c'erano alcuni che ripetevano il mio Nome con amore riconoscente, con le lacrime agli occhi e il sorriso nel cuore, e parlavano di Me come di un benefattore. Nei loro rapporti al Pretore, interrogati su questo Profeta che attirava a Sé le folle e predicava una dottrina nuova in cui si parlava di un regno strano, inconcepibile a mente pagana, essi avevano sempre risposto che ero un mite, un buono che non cercavo onori di questa Terra e che inculcavo e praticavo il rispetto e l'ubbidienza verso coloro che sono le autorità. La scorsa settimana egli, attratto dal clamore della folla, si era affacciato sulla via ed aveva visto passare su un'asinella un uomo disarmato, benedicente, circondato da bimbi e da donne. Aveva compreso che non poteva certo essere in quell'uomo un pericolo per Roma. Vuol dunque sapere se Io sono re. Nel suo ironico scetticismo pagano, voleva ridere un poco su questa regalità che cavalca un asino, che ha per cortigiani dei bambini scalzi, delle donne sorridenti, degli uomini del popolo, di questa regalità che da tre anni predica di non avere attrazioni per le ricchezze ed il potere e che non parla di altre conquiste fuorché quelle dello spirito e di anima.  Pilato, seduto sul suo seggio, mi scruta, perché Io sono un enigma per lui. Pilato non può capire quale sia il mio regno.

E, quel che è doloroso, non chiede che Io glielo spieghi. Al mio invito perché egli conosca la Verità, egli, l'indomabile pagano, risponde: «Che cosa è la verità?», e lascia cadere con una alzata di spalle la questione.
Oh! figli, figli miei! Oh! miei Pilati di ora! Anche voi, come Ponzio Pilato, lasciate cadere con una alzata di spalle le questioni più vitali. Vi sembrano cose inutili, sorpassate. Non merita che si corra dietro ad una chimera. Denaro, donne, potere, buona salute, comodi, onori, queste sono cose concrete, utili, da amarsi e raggiungersi a qualunque scopo. Voi ragionate così. E barattate i beni eterni per un cibo grossolano. (…)

Chiedete come Pilato: "Chi sei?". Chi sono lo sapete. Anche quelli che mi negano sanno che sono e Chi sono. Non mentite. Venti secoli stanno intorno a Me e vi illustrano Chi sono e vi istruiscono sui miei prodigi. È più perdonabile Pilato. Non voi, che avete un retaggio di venti secoli di cristianesimo per sorreggere la vostra fede o per inculcarvela, e non ne volete sapere. Eppure, con Pilato fui più severo che con voi. Non risposi. Con voi parlo.  Ed ecco l'ultimo tentativo di Pilato per salvarmi la vita: Mi presenta alla folla: "Ecco l'Uomo!". A lui faccio umanamente pietà. Spera nella pietà collettiva. Ma, davanti alla durezza che resiste ed alla minaccia che avanza, non sa compiere un atto soprannaturalmente giusto, e perciò buono, e dire: "Io libero costui perché è innocente. Voi siete dei colpevoli e, se non vi disperdete, conoscerete il rigore di Roma". Questo doveva dire se era un giusto, senza calcolare il futuro male che gliene sarebbe venuto.

Pilato è un falso buono. Buono è Longino che, meno potente del Pretore e meno difeso, in mezzo alla via, circondato da pochi soldati e da una moltitudine nemica, osa difendermi, aiutarmi, concedermi di riposare, di confortarmi con le donne pietose, di esser soccorso dal Cireneo e infine di avere la Mamma ai piedi della Croce. Quello fu un eroe della giustizia e divenne per questo un eroe di Cristo.

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CANTO: Grazie Signore

Se guardo la luna, il cielo e le stelle che Tu hai creato, che cos’è l’uomo perché Ti ricordi di lui, eppure l’hai fatto poco meno degli angeli,  di onore e di gloria Tu lo hai rivestito. Grazie Signore per averci creato,  grazie Signore per averci amato. (2 v.)

Di Te parlerò ai miei fratelli,  il tuo nome io annunzierò, in Te io porrò la mia fiducia,

o Signore amante della vita. Grazie Signore per averci creato...

 

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Ufficio delle letture 

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S. Rosario: misteri gloriosi

Per consolare il Signore, gli ricordiamo la prospettiva della speranza della gloria futura

 

Litanie della Divina Misericordia

Signore, pietà,          Signore, pietà

Cristo, pietà,            Cristo, pietà

Cristo, ascoltaci,          Cristo, ascoltaci

Cristo, esaudiscici,          Cristo, esaudiscici

Padre del cielo, Dio,          abbi pietà di noi

Figlio, Redentore del mondo che sei Dio,    abbi pietà di noi

Spirito Santo, Dio,          abbi pietà di noi

Santa Trinità, unico Dio,        abbi pietà di noi

Misericordia di Dio, che scaturisci dal seno del Padre,    confidiamo in Te

Misericordia di Dio, massimo attributo della Divinità,    confidiamo in Te

Misericordia di Dio, mistero incomprensibile,      confidiamo in Te

Misericordia di Dio, sorgente che emani dal mistero della Trinità    confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che nessuna mente né angelica né umana può scrutare,      confidiamo in Te

Misericordia di Dio, da cui proviene ogni vita e felicità,    confidiamo in Te

Misericordia di Dio, sublime più dei cieli,     confidiamo in Te

Misericordia di Dio, sorgente di stupende meraviglie,   confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che abbracci tutto l’universo, confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che scendi al mondo nella persona  del Verbo Incarnato,   confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che scorresti dalla ferita aperta del Cuore di Gesù,     confidiamo in Te

Misericordia di Dio, racchiusa nel cuore di Gesù per noi  e soprattutto per i peccatori,        confidiamo in Te

Misericordia di Dio, imperscrutabile nell’istituzione dell’Eucaristia, confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che fondasti la santa Chiesa,    confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che istituisti il Sacramento del Battesimo,  confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che ci giustifichi attraverso Gesù Cristo,  confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che per tutta la vita ci accompagni,    confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che ci abbracci specialmente  nell’ora della morte,    confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che ci doni la vita immortale,    confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che ci segui in ogni istante della nostra esistenza,   confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che converti i peccatori, induriti,    confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che ci proteggi dal fuoco dell’inferno,  confidiamo in Te

Misericordia di Dio, meraviglia per gli angeli,  incomprensibile ai santi,   confidiamo in Te

Misericordia di Dio, presente in tutti i divini misteri,    confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che ci sollevi da ogni miseria,    confidiamo in Te

Misericordia di Dio, sorgente d’ogni nostra gioia,    confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che dal nulla ci chiamasti all’esistenza,  confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che abbracci tutte le opere nelle tue mani, confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che coroni tutto ciò che esiste e esisterà,  confidiamo in Te

Misericordia di Dio, in cui tutti siamo immersi,      confidiamo in Te

Misericordia di Dio, amabile conforto dei cuori disperati,  confidiamo in Te

Misericordia di Dio, in cui i cuori riposano  e gli spauriti trovano pace,  confidiamo in Te

Misericordia di Dio, che ispiri speranza contro ogni speranza,  confidiamo in Te

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,      perdonaci, o Signore

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,      ascoltaci, o Signore

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,      abbi pietà di noi

 

Dio eterno, la cui Misericordia è infinita e in cui il tesoro della compassione è inesauribile, rivolgi a noi uno sguardo di bontà e moltiplica in noi la tua Misericordia, affinché, nei momenti difficili non ci perdiamo d'animo e non smarriamo la speranza, ma, con la massima fiducia, ci sottomettiamo alla tua santa volontà, la quale è Amore e Misericordia. Amen.

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SESTO MOMENTO: La Coronazione di spine

“Intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo”

 

CANONE: Per Crucem et Passionem Tuam, libera nos Domine, libera nos Domine, libera nos Domine, Domine

 

Lodi Mattutine

(clicca su "lodi" per vedere il testo)

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CANTO: Abbracciami

Gesù parola viva e vera sorgente che disseta e cura ogni ferita
ferma se di me i tuoi occhi la tua mano stendi e donami la vita
Abbracciami Dio dell'eternità rifugio dell'anima grazia che opera
riscaldami fuoco che libera manda il tuo spirito Maranatha Gesu
Gesù asciuga il nostro pianto leone vincitore della tribù di giuda
vedi nella tua potenza questo cuore sciogli con ogni sua paura
per sempre io cantero la tua immensa fedeltà

il tuo spirito in me in eterno ti lodera(×2)
 

Litanie del Sacro Cuore

Signore, pietà.

Cristo, pietà.

Signore, pietà.

Cristo, ascoltaci.

Cristo, esaudiscici.

Padre Celeste, che sei Dio abbi pietà di noi

Figlio Redentore del mondo, che sei Dio abbi pietà di noi

Spirito Santo, che sei Dio abbi pietà di noi

Santa Trinità, unico Dio abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, Figlio dell'Eterno Padre abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, formato dallo Spirito Santo nel seno della Vergine Maria abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, unito alla Persona del Verbo di Dio abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, maestà infinita abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, tempio santo di Dio abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, tabernacolo dell'Altissimo abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, casa di Dio e porta del cielo abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, fornace dì carità abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, fonte di giustizia e di carità abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, pieno di bontà e di amore abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, abisso di ogni virtù abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, degno di ogni lode abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, re e centro di tutti i cuori abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, tesoro inesauribile di sapienza e di scienza abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, in cui abita tutta la pienezza della divinità abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, in cui il Padre si compiacque abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, dalla cui pienezza noi tutti abbiamo ricevuto abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, paziente e misericordioso abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, generoso verso tutti quelli che ti invocano abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, fonte di vita e di santità abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, colmato di insulti abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, propiziazione per i nostri peccati abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, annientato dalle nostre colpe abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, obbediente fino alla morte abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, trafitto dalla lancia abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, vita e risurrezione nostra abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, pace e riconciliazione nostra abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, vittima per i peccatori abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, salvezza di chi spera in te abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, speranza di chi muore in te abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, gioia di tutti i santi abbi pietà di noi

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo perdonaci, Signore.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo esaudiscici, Signore.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi.

Gesù, mite e umile di cuore, Rendi il nostro cuore simile al tuo.

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Preghiamo: O Dio Padre, che nel Cuore del tuo dilettissimo Figlio ci dai la gioia di celebrare le grandi opere del suo amore per noi, fa' che da questa fonte inesauribile attingiamo l'abbondanza dei tuoi doni. Per Cristo nostro Signore.

 

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CAMBIO DELLA GUARDIA

 

Ecco, benedite il Signore, voi tutti, servi del Signore;
voi che state nella casa del Signore durante le notti.

Alzate le mani verso il tempio e benedite il Signore.
Da Sion ti benedica il Signore che ha fatto cielo e terra.

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